Obiettivi futuri: essere all'avanguardia nella ricerca e nell'assistenza ai pazienti
Vi presentiamo Philippo Antimi Clari, un giovane ventiquattrenne con l’obiettivo di diventare un medico all'avanguardia, impegnato nella ricerca e nella cura dei pazienti. Vincitore di una nostra borsa di studio nel 2021, questo studente dal variopinto background culturale (è nato a Londra da mamma panamense e papà italiano, e ha vissuto, in ordine cronologico, nel Regno Unito, a Panama e in Italia), è oggi al secondo anno della MEDTEC School. Questo corso di laurea, attivato da Humanitas University e Politecnico di Milano, dura sei anni e offre un doppio titolo: una laurea magistrale a ciclo unico di Medicina e Chirurgia e una laurea triennale in Ingegneria Biomedica. Dai motivi per cui ha scelto un programma così sfidante alla sua più grande passione al di fuori del campo medico: guardate la nostra intervista per scoprirne di più.
Come ci si sente ad avere qualcuno che fa il tifo per te?
Avere qualcuno che fa il tifo per te ti da forza e motivazione. Spero di essere all'altezza delle aspettative delle persone che hanno creduto nel mio potenziale e un giorno di poterle rendere orgogliose raggiungendo grandi traguardi.
Cosa ti ha spinto a scegliere la MEDTEC School?
Ero così appassionato di biologia e fisica che, durante gli anni del liceo, trascorsi a Panama, ho partecipato alle Olimpiadi di Fisica, ottenendo una medaglia d'oro e una d'argento. Ho anche aderito alla National Student Leadership Conference, un campo di biotecnologia a Berkeley, in California. Quando ho scoperto questo percorso di laurea ho capito che era perfetto per me perché soddisfava entrambe le mie passioni, ovvero la biologia e la fisica.
Cosa significa per te MEDTEC?
Per me MEDTEC significa l'opportunità di poter curare un giorno meglio i miei pazienti grazie alla formazione ampia e innovativa, che integra il campo medico con quello ingegneristico.
Qual è la tua più grande passione, oltre alla medicina e all'ingegneria?
La mia più grande passione, oltre alla medicina e all'ingegneria, sono gli scacchi. Gli scacchi mi hanno insegnato a pensare in modo strategico e a sviluppare capacità decisionale, soprattutto quando gioco con un limite di tempo. Gli scacchi sono come una battaglia tra due menti, dove vince il migliore.
Qual è il lavoro dei tuoi sogni?
Sogno di diventare un medico all'avanguardia, impegnato nel progresso della ricerca e della cura dei pazienti. In particolare, due aree che mi appassionano molto sono la cirrosi epatica e gli infarti. Mi piacerebbe scoprire come poter recuperare i tessuti danneggiati o, addirittura, far regredire queste condizioni.
A volte gli studenti rinunciano a candidarsi per una borsa di studio perché temono di non essere selezionati. Anche a te sono venute in mente queste evenzienze quando hai fatto domanda per la borsa di studio della Fondazione Dompé?
Sì, i dubbi e la paura fanno parte di noi esseri umani. Tuttavia, credo che si debba lottare contro questi sentimenti negativi e farsi guidare, invece, dal coraggio e dalla fede. Ogni volta che mi trovo di fronte a una decisione difficile o a una grande sfida, ricordo il detto latino "la fortuna favorisce gli audaci". In altre parole, non vincerò mai, non otterrò mai nulla se non mi metto in gioco.