Dalle molecole alla musica: alla scoperta di una borsista poliedrica
Ecco a voi Irene Smiderle, una studentessa determinata di 23 anni che frequenta il Master in Biotecnologie Molecolari e Mediche all’Università di Verona. Appassionata di farmacologia molecolare, Irene considera questo campo come qualcosa di più del semplice studio di tecniche di laboratorio. È il mezzo per acquisire conoscenze che un giorno potranno contribuire a salvare vite umane. Anche se la scienza ha un ruolo speciale nel suo cuore, le passioni di Irene vanno ben al di là le mura del laboratorio: nel tempo libero, infatti, si divide tra la chitarra e i fornelli. Scoprite di più su questa giovane dai molti talenti, vincitrice di una borsa di studio della Fondazione Dompé nel 2022, attraverso questa video-intervista.
Descriviti in una parola
L’aggettivo che mi descrive meglio è sicuramente la testardaggine. Molte persone potrebbero vederlo come un lato negativo del mio carattere, ma a me piace associarlo alla determinazione. Sono una persona che continua a provare e sperimentare, e mi fermo solamente quando raggiungo i miei obiettivi.
Ci racconti del tuo stage?
Sto svolgendo un tirocinio nel Laboratorio di Farmacologia dell’Università di Verona e durerà circa un anno. Quello che facciamo è studiare le colture cellulari cerebrali, in particolare quelle tridimensionali, che sono anche chiamate organoidi. L’uso degli organoidi si sta diffondendo sempre più perché ci permettono di anticipare come l’organo del paziente potrà reagire a un possibile trattamento, però ci permettono anche di ridurre la sperimentazione animale.
Qual è stato finora il tuo corso preferito all'università e perché?
La materia che mi ha entusiasmato di più fino ad ora è stata Molecular Pharmacology. È una materia che esplora i principi molecolari dei farmaci e come questi agiscono nel nostro organismo. Mi piace pensare che tutto quello che sto studiando non è semplicemente una tecnica di laboratorio, ma è qualcosa che in futuro potrà aiutare e salvare la vita di un paziente.
Come ci si sente ad avere qualcuno che fa il tifo per te?
Ho sempre avuto il bisogno di sentirmi accolta, stimolata e compresa. Sicuramente avere qualcuno che fa il tifo per me, come la Fondazione Dompé, mi fa avere una maggior fiducia nelle mie capacità e mi stimola a migliorarmi continuamente.
Quali sono le tue passioni, scienza a parte?
Le mie passioni al di fuori del laboratorio sono principalmente due: la musica e la cucina. Suono la chitarra da più di 10 anni e ho sempre trovato la musica un modo per evadare dalla realtà e affrontare le situazioni negative. La cucina invece è una passione che condivido con mio fratello da quando sono piccola. Penso che non ci sia modo migliore per esprimere amore e affetto alle persone care se non quello di cucinare per loro.
Chi è la tua fonte di ispirazione?
La mia fonte di ispirazione è mia nonna Giuliana. È una donna instancabile e davvero paziente. Dicono che “La calma sia la virtù dei forti” e lei rappresenta totalmente questo proverbio.
Che sensazioni hai provato mentre compilavi la domanda per la borsa di studio della Fondazione Dompé?
Quando mi sono messa a compilare la domanda per ottenere la borsa di studio della Fondazione Dompé, inizialmente ho esitato perché pensavo di non avere molte possibilità di successo. Poi ho cambiato il mindset e ho abbracciato la frase “If you never try, you will never know”, anche perchè i miei genitori mi hanno sempre insegnato a cogliere ogni opportunità e a dare sempre il massimo. Quindi eccomi qui, qualche mese dopo aver ricevuto la borsa di studio, con una maggior consapevolezza di me stessa e di ciò a cui posso arrivare.