Progettare proteine con l'AI: come Fatemeh Salehi vuole rivoluzionare la medicina

29/07/2025

Fatemeh Salehi è una studentessa iraniana al secondo anno del corso di Laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche presso l'Università di Pavia. Animata dal desiderio di fare la differenza nel settore sanitario, sogna di diventare biologa computazionale e di utilizzare l’intelligenza artificiale per progettare da zero proteine che possano aprire nuove strade nella medicina. In questa intervista, oltre alle sue ambizioni professionali, ci racconta il suo percorso accademico, l’esperienza lavorativa che l’ha maggiormente arricchita e la sfida più grande che ha dovuto affrontare.

Qual è la più grande difficoltà che hai affrontato nella vita?

L’immigrazione. È stata un’esperienza che mi ha fatto capire che non c’è nulla che io non possa affrontare. È come tornare bambini: ti ritrovi a pensare tutto da capo, a imparare da zero o persino a disimparare certe cose per adattarti alla tua nuova vita.

Cosa significa per te aver vinto la borsa di studio della Fondazione Dompé?

Ricevere la borsa di studio della Fondazione Dompé mi ha profondamente motivata a proseguire il mio percorso scientifico. Da piccola pensavo, sbagliando, che scienza e ricchezza fossero mondi separati. Questo sostegno mi ha aperto gli occhi: mi ha fatto capire che la scienza è ricchezza, è cambiamento, è innovazione. Sono proprio le risorse come questa borsa di studio che permettono di trasformare le idee in realtà.


Parlaci di un’esperienza lavorativa particolarmente significativa per te

Dopo la laurea triennale, ho lavorato in un laboratorio di analisi cliniche in ospedale. Nel corso di quell’esperienza, ho amato molto poter contribuire a fornire diagnosi precise ai pazienti. È stato proprio in quel contesto che ho scoperto il mio interesse profondo per la tecnologia e per il modo in cui essa sfrutta i meccanismi fisiologici e le conoscenze sul vivente per sviluppare nuovi strumenti diagnostici e terapeutici. È lì che ho capito dove voglio davvero fare la differenza.

Perché la laurea magistrale in Medical and Pharmaceutical Biotechnologies è rilevante oggi?

Credo che oggi la biotecnologia clinica vada oltre la semplice diagnosi e cura delle malattie. Desideriamo vivere più a lungo, ma anche meglio. Per questo, penso che uno degli ambiti in cui la biotecnologia oggi sorprende e si distingue maggiormente sia la scienza della longevità.


Ci parli della tua tesi di laurea magistrale?

La mia tesi di laurea magistrale sarà incentrata sulla progettazione da zero di ligandi proteici per un sito altamente conservato che abbiamo identificato nella catena leggera delle neurotossine colinergiche. Si tratta di un progetto congiunto: ho un supervisore qui al Dipartimento di Medicina Molecolare e collaboro con un gruppo di ricerca in Finlandia, che ha accettato di ospitarmi per la tesi, dato che lì lavorano con diversi modelli di apprendimento automatico applicati alla scienza biomedica.


Qual è il lavoro dei tuoi sogni?

Al momento, il mio lavoro dei sogni sarebbe quello di biologa computazionale in un laboratorio specializzato nella progettazione da zero di proteine e piccole molecole, sfruttando i vasti dataset biomedici disponibili attraverso strumenti di intelligenza artificiale e machine learning. Voglio esplorare l’ignoto per salvare vite e migliorare la pratica clinica, introducendo soluzioni innovative e all’avanguardia.

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