Oltre il laboratorio: il viaggio di Karen Malacon dalla neuroscienza alla cura dei pazienti
Karen Malacon studia all’Università di Stanford per diventare in futuro MD e PhD in neuroscienze. Con una laurea in Neurobiologia conseguita all'Università di Harvard, il suo percorso accademico riflette una profonda passione per la neuroimmunologia e lo sviluppo neurologico. La sua formazione unisce ricerca e pratica clinica, un approccio unico che incarna il suo obiettivo di sviluppare trattamenti innovativi per i disturbi neurologici. Cresciuta traducendo per la sua famiglia immigrata durante le visite mediche, Karen ha maturato una grande empatia per i pazienti e un forte desiderio di rendere l’assistenza sanitaria più accessibile. In questa intervista, ci racconta le sfide affrontate, i sogni che la guidano e le esperienze che hanno definito il suo cammino.
Cosa rappresenta per te questa borsa di studio?
Ricevere la borsa di studio intitolata a Rita Levi Montalcini della Fondazione Dompé è un enorme onore. Essere associata al nome di una scienziata rivoluzionaria è una fonte di ispirazione costante e un invito a superare i confini della mia disciplina. Questo riconoscimento alimenta il mio impegno nella ricerca e mi spinge a supportare gli altri, aiutandoli a credere nei propri sogni.
Perché hai scelto questo percorso?
Il mio obiettivo è colmare il divario tra la scienza di base e la pratica clinica, e il programma MD-PhD in Neuroscienze dell'Università di Stanford è perfetto per questo. Crescere come figlia di immigrati e fungere spesso da interprete per la mia famiglia mi ha fatto capire quanto sia importante una comunicazione efficace in ambito sanitario. La scintilla per le neuroscienze è scattata quando ho lavorato come tutor in un campo estivo per bambini con autismo. Lì ho scoperto la mia passione per lo sviluppo cerebrale e deciso di dedicare la mia carriera a dare speranza ai pazienti attraverso nuovi trattamenti.
In che modo il tuo corso di studi è innovativo?
Il programma MD-PhD in neuroscienze dell'Università di Stanford si distingue per la sua flessibilità e il suo approccio interdisciplinare. Mi consente di esplorare contemporaneamente il campo dello sviluppo neurologico e quello dell’immunologia, cosa che faccio nel mio progetto che analizza l’impatto delle infezioni respiratorie sullo sviluppo cerebrale nei bambini. L’ambiente collaborativo e le risorse di altissimo livello di Stanford mi permettono di lavorare all’avanguardia della neuroscienza e della medicina.
Qual è il tuo motto?
“A ship in harbor is safe, but that’s not what ships are built for”, ovvero “una nave è al sicuro nel porto, ma non è per questo che è stata costruita”. Questa frase mi ricorda l’importanza di correre rischi e uscire dalla propria zona di comfort per crescere, scoprire e innovare.
Raccontaci di uno stage che ti è rimasto nel cuore.
Ho avuto l’opportunità di svolgere un tirocinio presso l’Ufficio per la Scienza e la Tecnologia della Casa Bianca (OSTP), nel team di Health Outcomes. Ho contribuito a iniziative come il Biden Cancer Moonshot, partecipando all’organizzazione di forum e alla stesura di rapporti. Questa esperienza mi ha aperto gli occhi sull’importanza della politica sanitaria e su come essa possa avere un impatto concreto sulle vite delle persone.
Qual è un risultato personale di cui vai particolarmente fiera?
Uno dei momenti di cui sono più orgogliosa risale a quando, a quattro anni, ho parlato inglese per la prima volta, rassicurando i miei genitori – che parlano solo spagnolo – sul mio futuro. Oggi, essere bilingue mi aiuta a mantenere viva la connessione con le mie radici e mi permette di offrire un’assistenza sanitaria più efficace.

Se potessi cenare con una persona, chi sceglieresti?
Sceglierei il dottor Ben Barres, un neuroscienziato straordinario e sostenitore della diversità nella scienza. Il suo lavoro sulle cellule gliali ha ispirato le mie ricerche e sarebbe incredibile poter ascoltare la sua esperienza e la sua visione sull’inclusività nel mondo scientifico.
Qual è il tuo hobby più recente?
Di recente ho ottenuto la certificazione per le immersioni subacquee. Esplorare da vicino la vita marina, come nuotare accanto a tartarughe in Thailandia, è stato incredibile. Le immersioni mi permettono di ammirare la bellezza degli ecosistemi marini e di apprezzare ancora di più l’importanza di proteggerli.
Che effetto fa sapere che qualcuno crede in te?
Sapere che qualcuno crede in me è una sensazione potentissima. Questo supporto, soprattutto essendo la prima della mia famiglia a frequentare l’università, mi motiva a restituire il favore aiutando altri studenti a intraprendere carriere nella scienza e nella medicina.