Rivoluzionare la salute umana: il percorso di un PhD in Ingegneria Neurale all'Università di Pittsburgh

24/06/2024

Vi presentiamo Josep-Maria Balaguer, uno studente spagnolo di 33 anni con l'ambizione di fare la differenza nella salute e nel benessere dell'uomo attraverso la neurotecnologia. Vincitore di una borsa di studio Rita Levi Montalcini nel 2022, Josep-Maria sta attualmente conseguendo un dottorato di ricerca in Ingegneria Neurale presso l'Università di Pittsburgh. Affascinato dal potere trasformativo della neurotecnologia sulle funzioni cognitive, Josep-Maria è anche interessato alle sue implicazioni etiche, ritenendo che essa possa ridefinire l'essenza stessa dell'umanità. Leggete la nostra intervista per scoprire il suo percorso universitario e le sue passioni al di fuori del mondo scientifico.  

Perché hai deciso di intraprendere un dottorato in Ingegneria Neurale?

Ho scelto questo percorso di studi perché sono affascinato dalla natura complessa dell’uomo: una combinazione di cellule capaci di sviluppare una comunicazione e dei pensieri intricati. Sono particolarmente interessato alle nuove interfacce neurali, dei dispositivi che stabiliscono una connessione diretta nel sistema nervoso e che hanno il potere di potenziare le capacità umane. Il mio obiettivo è sfruttare l'innovazione tecnologica, in particolare nel campo delle neuroscienze, per avere un impatto positivo sulla salute e sul benessere delle persone. Le possibilità offerte dalla neurotecnologia nel trattare le malattie neurologiche e migliorare le funzioni cognitive sono davvero straordinarie; in più, sollevano importanti questioni etiche che potrebbero ridefinire il concetto stesso di umanità.

 

Perché hai scelto l’Università di Pittsburgh?

Ho scelto di intraprendere il mio dottorato di ricerca all'Università di Pittsburgh per l’ambiente dinamico e le forti sinergie con istituzioni di fama mondiale come l’Università Carnegie Mellon e il Centro Medico dell'Università di Pittsburgh. In particolare, quest'ultimo è un leader globale nell’ambito della neurochirurgia. È lì che è stato impiantato con successo la prima interfaccia neurale cerebrale bidirezionale in individui affetti da tetraplegia. Inoltre, la presenza di eccellenti ricercatori come il Dottor Capogrosso, PhD, sta arricchendo notevolmente la mia esperienza formativa e mi sta aiutando a sviluppare le competenze necessarie per il ripristino del controllo motorio volontario nelle persone con paralisi, area in cui mi sto specializzando.

 

Quale superpotere ti piacerebbe avere?

Se potessi scegliere, mi piacerebbe avere il potere di guarire le persone. Viaggiando in paesi con meno risorse rispetto al mio, mi sono reso conto di quanti malati non dispongano di trattamenti medici adeguati. Tutto questo mi ha motivato a voler fare la differenza.

 

Hai scritto la tua tesi magistrale presso il Massachusetts Institute of Technology. Qual’è stata la tua esperienza più significativa lì?

Durante il periodo trascorso al Massachusetts Institute of Technology, ho avuto l'opportunità di immergermi in un ambiente eccezionale dal punto di vista formativo. La mia tesi magistrale era incentrata sullo sviluppo di una diagnostica cardiovascolare personalizzata per mappare la variabilità latente nelle risposte trombotiche e sull’identificazione di nuove tecnologie predittive per ottimizzare il supporto decisionale clinico. Questa esperienza mi ha permesso di applicare le mie nuove competenze ingegneristiche e tecnologiche al campo della ricerca medica e dell'innovazione, di soddisfare pienamente la mia esigenza di aiutare gli altri e di essere guidato da un mentore straordinario.

 

Raccontaci un’esperienza personale che ti rende orgoglioso

Dopo il master e l’esperienza come ricercatore a Boston, ho intrapreso un viaggio in India in solitaria: ho viaggiato per tre mesi con lo zaino in spalla. Da tempo avevo questa avventura nella mia lista dei desideri! Ho viaggiato da Dharamshala a nord, dove vive il Dalai Lama, nel deserto di Jaisalmer, a Khajuraho con i suoi famosi templi erotici, e infine a sud, con diverse tappe intermedie. Ho imparato molto da questa meravigliosa esperienza, in particolare la profonda ospitalità e devozione di una cultura speciale che ha tanto da offrire.

 

Cosa c’è in cima alla tua lista dei desideri?

Navigare per tre mesi nel Mar Mediterraneo è in cima alla mia lista. L’idea di vivere in barca, ormeggiare in porti diversi e conoscere varie tradizioni culinarie mi affascina da sempre. Devo solo imparare ad andare a vela!

 

Qual è il miglior consiglio che ti sia mai stato dato?

"Suonare una nota sbagliata è insignificante, suonare senza passione è imperdonabile". Si tratta di una citazione di Ludwig van Beethoven, che ho sentito per la prima volta dal mio ex tutor. Credo sia un promemoria estremamente importante nella vita accademica.

 

A quale hobby non rinunceresti mai?

Lo sci è senza dubbio il mio sport preferito. Mia madre ha pazientemente insegnato a me e ai miei fratelli a sciare quando eravamo bambini. Da allora, nel corso delle vacanze invernali, mi sono sempre dedicato a questo sport con la famiglia e gli amici. Pittsburgh non è la destinazione sciistica ideale, ma l'anno scorso una terribile bufera al Lago Tahoe ha portato più di 17 metri di neve. Ho subito raggiunto mio fratello a San Francisco per rivivere l'emozione dello sci.

 

Hai avuto paura di fallire quando hai presentato la domanda per la borsa di studio della Fondazione Dompé?

Certamente. La paura di fallire fa parte del gioco, ma rappresenta anche una forma di incoraggiamento. Una volta ho sentito un atleta paralimpico descrivere la paura come una delle emozioni più preziose che possiamo provare, perché ci ricorda di prepararci diligentemente ad una sfida imminente. Anche se invii la tua candidatura e vieni respinto, comunque ci guadagni perché avrai imparato qualcosa.

 

Cosa significa questa borsa di studio per te?

Questa borsa di studio ha avuto per me un valore inestimabile. Non solo ha aumentato la mia indipendenza scientifica, ma mi ha anche consentito di accedere a una rete prestigiosa di talenti. Inoltre, mi ha portanto un passo più vicino al raggiungimento del mio obiettivo di mettermi al servizio della società!

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