Tra memoria e identità: l’intervista al borsista dell’Università di Bari Alessio Nigro
Qual è il processo alla base della formazione dei nostri ricordi? In che modo le nostre azioni e pensieri determinano la nostra individualità? Queste sono alcune delle domande che affascinano Alessio Nigro, ventiquattrenne beneficiario di una borsa di studio della Fondazione Dompé e studente del corso di laurea magistrale in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare all'Università di Bari Aldo Moro. Con una profonda passione per la storia del XX secolo e della neurobiologia clinica, Alessio racconta il suo percorso accademico, le sue aspirazioni e molto altro ancora.
In che modo il Master in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare è rilevante oggi?
Nel 2024, molte malattie continuano ad essere prive di cure efficaci, nonostante affliggano migliaia di persone in tutto il mondo. In questo contesto, una laurea magistrale in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare assume un’importanza cruciale. Questo percorso formativo offre a futuri scienziati e ricercatori gli strumenti necessari per approfondire la conoscenza delle malattie e per mettere a punto delle strategie mirate per tenerle sotto controllo o, nella migliore delle ipotesi, sconfiggerle.
Qual è la tua materia preferita all'università finora e perché?
Il corso che ho trovato più affascinante finora è Neurobiologia clinica, che si focalizza sullo studio di uno degli organi più enigmatici del nostro organismo: il cervello. È straordinario poter comprendere il processo di formazione dei nostri ricordi, che siano piacevoli o dolorosi, così come capire come le nostre azioni e i nostri pensieri ci differenzino gli uni dagli altri. Conoscere questa materia ha stravolto la mia visione del comportamento umano, mostrandomi come questo sia codificato da specifiche ed irripetibili connessioni nervose che ci rendono individui unici.
Cosa significa per te questa borsa di studio?
La borsa di studio della Fondazione Dompé ha rappresentato per me un grande stimolo. Mi ha incoraggiato a non perdere di vista i miei obiettivi e a non arrendermi di fronte alle avversità, che fanno naturalmente parte di un percorso di studi così impegnativo. Inoltre, questo sostegno economico è stato per me un importante riconoscimento dei risultati che ho ottenuto fino ad oggi e dei sacrifici compiuti per raggiungerli. Questa borsa di studio mi ha dato anche l’opportunità di entrare a far parte di una straordinaria rete di giovani talenti, accomunati dalla passione per la scienza.
Parlaci di un successo personale di cui sei orgoglioso
Essere il primo in famiglia a conseguire una laurea a pieni voti in Biotecnologie mi ha reso molto orgoglioso di me stesso. Fin da bambino, ero incuriosito dalle scienze, tanto da rimanere a bocca aperta ogni qualvolta che guardavo un documentario o sfogliavo una rivista su questo argomento. Il conseguimento di questo primo titolo universitario è stata la prova tangibile che nessun sogno è irraggiungibile se ci si impegna al massimo per raggiungerlo.
Qual è il lavoro dei tuoi sogni?
Mi piacerebbe tantissimo lavorare nell’ambito della ricerca, in particolare nel settore delle cellule staminali, che trovo estremamente stimolante e dinamico. Le cellule staminali rappresentano una delle risorse scientifiche più potenti per analizzare condizioni che, fino a poco tempo fa, venivano considerate impossibili da studiare. Contribuire a una scoperta in questo campo che possa, anche se in minima misura, avere un impatto positivo sulla vita altrui, è ciò che desidero di più.
Cosa ti appassiona di più al di fuori della scienza?
Sono appassionato di storia. Non c’è serie tv o film storico che non abbia guardato, soprattutto se ambientato nel primo Novecento, un periodo ricco di figure chiave che hanno contribuito a scoperte e cambiamenti socio-culturali i cui effetti sono ancora percepibili oggi. Conoscere le nostre origini, gli uomini e gli eventi protagonisti del passato non solo ci rende più consapevoli del presente, ma ci aiuta a costruire un futuro migliore.
Qual è il miglior consiglio che ti sia mai stato dato?
Il miglior consiglio che mi sia mai stato dato lo devo al mio miglior amico, Giuseppe. Mi ha insegnato a non accontentarmi mai e a considerare ogni traguardo come un punto di partenza, piuttosto che un punto d’arrivo.
Qual è il tuo motto?
Il mio motto è "Homo faber fortunae suae", la celebre locuzione latina attribuita ad Appio Claudio Cieco. Ogni singola scelta che facciamo, ogni singola strada che percorriamo modella irrimediabilmente il nostro percorso di vita. Siamo noi i principali artefici del nostro futuro ed è fondamentale impegnarci ogni giorno per costruircelo al meglio.