Il fascino del cervello

03/10/2023

Nicolò Mazzarol da grande vorrebbe fare il neurochirurgo. Ha capito che questa sarebbe stata la sua strada al liceo, dopo aver frequentato un corso introduttivo alla medicina a Londra.  Amante delle sfide, lo entusiasma l’idea di poter esplorare un organismo così versatile ed elastico, ancora largamente sconosciuto. Vincitore di una borsa di studio della Fondazione Dompé nel 2021, Nicolò frequenta oggi il terzo anno della MEDTEC School, un corso di laurea unico nel suo genere che combina Medicina e Ingegneria Biomedica. Leggete la nostra intervista per saperne di più sul suo percorso di studi, sogni e aspirazioni.

 

Perché hai scelto la MEDTEC School?

Innanzitutto per la sua unicità: il corso offre la possibilità di esplorare il mondo della Medicina e quello dell’Ingegneria Biomedica, due mondi diversi che oggi si stanno contaminando sempre di più. Poi per lo standing elevatissimo del corpo docenti e delle università ideatrici del corso di laurea, ovvero l’Humanitas University e il Politecnico di Milano. Infine, per l’approccio educativo estremamente interattivo. Abbiamo avuto la possibilità di vivere fin dal primo anno esperienze che solitamente sono precluse agli studenti dei corsi più tradizionali in medicina e chirurgia, come, ad esempio, la partecipazione, da spettatore, a un’operazione chirurgica e a una dissezione, piuttosto che un tour dei reparti dell’ospedale Humanitas.

Qual è il corso che ti ha colpito di più fino ad ora e perché?

Il corso che mi ha colpito  di più in questi primi due anni alla MEDTEC è Physiology, Anatomy and Biochemistry per la sua essenza estremamente poliedrica. È stato bellissimo poter studiare il corpo da diverse prospettive, sviscerarlo in ogni suo dettaglio. In particolare, mi ha entusiasmato lo studio della neurofisiologia: approfondire il ruolo della dopamina nel nostro sistema nervoso ed esplorare il funzionamento del ciclo sonno-veglia è stato davvero interessante.

 

Cosa vorresti fare da grande?

Vorrei diventare un neurochirurgo. Ho capito che questa sarebbe stata la mia strada cinque anni fa, quando ho frequentato un breve corso introduttivo alla medicina a Londra.  La cosa che più mi affascina di questa specialità è l’estrema complessità del cervello, un organo elastico e versatile. Poiché le sfide mi attraggono, mi entusiasma l’idea che sia ancora da scoprire sotto molti aspetti.

 

Quale skill ti piacerebbe sviluppare maggiormente?

Un chirurgo al giorno d’oggi si interfaccia con apparecchiature sempre più sofisticate. La capacità di saper maneggiare tecnologie che sono in costante evoluzione, quindi, è un requisito fondamentale per chi vuole lavorare in sala operatoria. Non essendo particolarmente portato alla manualità, questa è la capacità che mi impegnerò maggiormente a sviluppare in questi anni alla MEDTEC School.

 

Quali sono i tre aggettivi che ti descrivono meglio?

Curioso: fin da piccolo, ho tartassato i miei genitori con dei continui “perché”. Determinato: non mi arrendo mai davanti a uno ostacolo. Empatico: entro in sintonia facilmente con le persone, sento i loro problemi come fossero miei e se posso in qualche modo aiutare, lo faccio con grande slancio.

Ci sveli una cosa sulla tua lista dei desideri?

Mi piacerebbe finire di scrivere il mio primo libro, un romanzo che  esplora il fenomeno dell’amnesia dissociativa e le sue conseguenze devastanti nella vita di un giovane uomo. L’ispirazione per questa storia deriva in parte dalla mia esperienza personale. Mi affascina il fatto che la memoria e i ricordi, spesso dati per scontati ma fondamentali per la nostra identità, possano essere così fragili e andare perduti.

 

Chi è il tuo modello di riferimento?

Certamente mio padre perché è l’esempio di un “self-made man”. Nonostante la sua famiglia fosse molto umile e senza elevate pretese, è riuscito a raggiungere grandi traguardi nel mondo lavorativo grazie al suo enorme impegno e dedizione.

 

Qual è stata la tua reazione quando hai scoperto di aver vinto la borsa di studio della Fondazione Dompé?

Quando ho ricevuto la borsa di studio della Fondazione Dompé sono stato pervaso da un turbinio di emozioni. Innanzitutto, ho provato un’ondata di orgoglio per essere stato considerato meritevole di questo riconoscimento. Poi mi sono sentito sollevato al pensiero che i miei genitori non avrebbero dovuto supportarmi economicamente in questi sei anni di MEDTEC School.  Infine, vincere questa borsa mi ha riempito di energia positiva: oggi sento ancora di più il desiderio di dare il massimo e di perseguire i miei sogni con maggiore determinazione.

 

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